Dalla parte dei bambini e delle bambine.
La scelta della Melarancia è quella di muoversi all’interno di una pedagogia non direttiva che pone al centro di ogni intervento educativo la globalità del bambino,
dà valore alle diversità individuali e alle identità etnico-culturali. L’approccio è fortemente influenzato dalla Pratica Psicomotoria di Bernard Aucouturier,
dalla Pedagogia delle Diversità e da quanto viene teorizzato dall’Educazione Senza Pregiudizi. Gli obiettivi principali del nostro progetto sono:
- • sostenere la funzione, propria dell’Asilo Nido, di prevenzione dei disturbi cognitivi e relazionali e d’aiuto in tutte le situazioni di possibile svantaggio;
- • accogliere e ascoltare l’espressività e l’azione del bambino;
- • dare garanzia di sicurezza affettiva e fisica al bambino, intesa come accettazione delle emozioni che si esprimono attraverso il corpo e il non verbale;
- • organizzare spazi e tempi che permettano il gioco spontaneo inteso come possibilità del bambino di trasformare e costruire il mondo esterno e sé stesso;
- • garantire l’autonomia intesa come possibilità del bambino di fare delle scelte in un contesto di regole;
- • favorire una cultura inclusiva basata sull’ascolto come processo permanente che alimenta riflessione, accoglienza e apertura verso sé e l’altro.
Noi consideriamo l’ambiente come l'espressione di interconnessioni: i bambini, gli operatori e i genitori.
L'organizzazione spaziale dell'Asilo Nido deve sostenere il più possibile la costruzione di dialoghi intesi come scambi, azioni circolari, progetti sociali.
Quando un bambino è messo nelle migliori condizioni per il suo sviluppo è un bambino in espansione, in apertura, è un bambino che ascolta e riceve con piacere che ama scoprire e conoscere.
Caratteristica della pedagogia non direttiva è l’intervento sugli spazi e sugli stimoli dati dal materiale e dagli arredi piuttosto che sul bambino.
La nostra impostazione pedagogica ci fa ritenere molto importante progettare un ambiente sicuro dove il bambino possa muoversi in libertà.
Tutta l’organizzazione del lavoro educativo è pensata per l’accoglimento e l’ascolto dell’espressività, per dare contenenza e significato all'azione dei bambini,
per creare le condizioni di un loro sviluppo armonioso. L’azione pedagogica pone l’accento sulla qualità dell’ascolto,
sull’empatia e sul senso delle azioni e delle relazioni soprattutto quando non c’è ancora linguaggio e il bambino comunica il suo mondo attraverso la via non verbale che è principalmente quella tonica,
quella del contatto, quella dei suoni e del movimento.
Agire è pensare, pensare è trasformare: ragioni tecniche per cui il bambino deve essere lasciato libero di agire.
Compito degli educatori è sostenere il processo che permette al bambino l'accesso al pensiero. All'inizio, infatti, il pensiero del bambino è strettamente legato al movimento,
alla senso-motricità e serviranno tempo e molteplici esperienze al bambino per arrivare a pensare indipendentemente dall'azione.