Chi siamo

La Cooperativa

Melarancia è una cooperativa sociale di tipo A, che si occupa di servizi all’infanzia ed opera a Pordenone dal 1991.

Il primo Asilo Nido Melarancia nasce in una villetta a due piani, in via Planton a Pordenone. Il servizio inizialmente dedicato ad una ventina di bambini, era aperto dalle 7:30 alle 19:30 e offriva la possibilità di personalizzare gli orari di frequenza, per dare risposte diversificate alle necessità sempre più complesse delle famiglie di allora.
Alla città si proponevano infatti spazi e tempi flessibili dedicati ai bambini, alle bambine 0-3 e ai loro genitori, laboratori espressivi per i più grandi, Punti Verdi estivi e invernali, uscite a Piancavallo durante l’inverno per un primissimo contatto con la neve.
L’impronta di questa prima innovativa struttura e le sue caratteristiche di flessibilità, valorizzazione delle famiglie, apertura verso il territorio, hanno rappresentato il modello di tutti i servizi successivi della Melarancia.
Composta da un gruppo di specialisti dell’educazione, la Cooperativa ha dato successivamente vita, progettandole e gestendole direttamente, ad altre strutture più grandi come capienza, stabili ma flessibili nei tempi e nei modi di utilizzo, che sono diventate negli anni importanti punti di riferimento per moltissime famiglie del territorio.
Le nuove tipologie d’intervento e i servizi proposti dalla Cooperativa hanno sempre riscosso grande attenzione da parte degli amministratori: laddove è stato possibile, si è scelta difatti la strada della coprogettazione con l’ente pubblico piuttosto che la pura gestione di servizi in convenzione.

D come Donne

Melarancia agisce da sempre con l’obiettivo di creare per le donne nuova occupazione qualificata nel mondo dei servizi per l’infanzia.

Donne che hanno scelto di essere cooperativa perché credono nell’autonomia professionale, nella partecipazione attiva delle socie e nella qualità del lavoro: vivibilità degli ambienti - parità all’interno dell’organizzazione - retribuzione adeguata - formazione ed aggiornamento continui.

Melarancia agisce da sempre con l’obiettivo di creare per le donne nuova occupazione qualificata nel mondo dei servizi per l’infanzia. In questa ottica ha dato vita ad un progetto finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero del Lavoro pensato per sviluppare occasioni e capacità di autoimpiego a partire dalla comprensione delle esigenze dei bambini e dai bisogni delle donne lavoratrici e delle famiglie.

Identità e Rispetto

La strada verso un’educazione sana e senza pregiudizio.

Melarancia ha elaborato una notevole esperienza in ambito interculturale attraverso percorsi formativi rivolti ai propri operatori, ha sviluppato la gestione di servizi innovativi e la creazione di gruppi di lavoro costituiti da più figure professionali e famiglie. Il lavoro svolto ha avuto come base di partenza la famiglia nel suo complesso in quanto portatrice di cultura ed esperienza. Il progetto ha dato vita a luoghi di confronto e condivisione in cui si discute di educazione, di benessere e dei modi di stare con i bambini.
Melarancia opera con l’obiettivo di realizzare servizi e strutture aperte e flessibili alle nuove richieste culturali come la società multietnica richiede, gestite da personale qualificato e impegnato in percorsi formativi adeguati, servizi in cui la persona sia al centro dell’interesse.
La nostra mission è radicata sicuramente in questo pensiero: Identità e Rispetto: la strada verso un’educazione senza pregiudizio.

Progetto Pedagogico

Dalla parte dei bambini e delle bambine.

La scelta della Melarancia è quella di muoversi all’interno di una pedagogia non direttiva che pone al centro di ogni intervento educativo la globalità del bambino, dà valore alle diversità individuali e alle identità etnico-culturali. L’approccio è fortemente influenzato dalla Pratica Psicomotoria di Bernard Aucouturier, dalla Pedagogia delle Diversità e da quanto viene teorizzato dall’Educazione Senza Pregiudizi. Gli obiettivi principali del nostro progetto sono:

  • • sostenere la funzione, propria dell’Asilo Nido, di prevenzione dei disturbi cognitivi e relazionali e d’aiuto in tutte le situazioni di possibile svantaggio;
  • • accogliere e ascoltare l’espressività e l’azione del bambino;
  • • dare garanzia di sicurezza affettiva e fisica al bambino, intesa come accettazione delle emozioni che si esprimono attraverso il corpo e il non verbale;
  • • organizzare spazi e tempi che permettano il gioco spontaneo inteso come possibilità del bambino di trasformare e costruire il mondo esterno e sé stesso;
  • • garantire l’autonomia intesa come possibilità del bambino di fare delle scelte in un contesto di regole;
  • • favorire una cultura inclusiva basata sull’ascolto come processo permanente che alimenta riflessione, accoglienza e apertura verso sé e l’altro.


Noi consideriamo l’ambiente come l'espressione di interconnessioni: i bambini, gli operatori e i genitori. L'organizzazione spaziale dell'Asilo Nido deve sostenere il più possibile la costruzione di dialoghi intesi come scambi, azioni circolari, progetti sociali.
Quando un bambino è messo nelle migliori condizioni per il suo sviluppo è un bambino in espansione, in apertura, è un bambino che ascolta e riceve con piacere che ama scoprire e conoscere.
Caratteristica della pedagogia non direttiva è l’intervento sugli spazi e sugli stimoli dati dal materiale e dagli arredi piuttosto che sul bambino. La nostra impostazione pedagogica ci fa ritenere molto importante progettare un ambiente sicuro dove il bambino possa muoversi in libertà. Tutta l’organizzazione del lavoro educativo è pensata per l’accoglimento e l’ascolto dell’espressività, per dare contenenza e significato all'azione dei bambini, per creare le condizioni di un loro sviluppo armonioso. L’azione pedagogica pone l’accento sulla qualità dell’ascolto, sull’empatia e sul senso delle azioni e delle relazioni soprattutto quando non c’è ancora linguaggio e il bambino comunica il suo mondo attraverso la via non verbale che è principalmente quella tonica, quella del contatto, quella dei suoni e del movimento.
Agire è pensare, pensare è trasformare: ragioni tecniche per cui il bambino deve essere lasciato libero di agire.
Compito degli educatori è sostenere il processo che permette al bambino l'accesso al pensiero. All'inizio, infatti, il pensiero del bambino è strettamente legato al movimento, alla senso-motricità e serviranno tempo e molteplici esperienze al bambino per arrivare a pensare indipendentemente dall'azione.